venerdì 12 dicembre 2008

Gresko

“Quei primi piani su Marco Materazzi nel finale erano addirittura impietosi. Le sue labbra si muovevano e formavano la parola scudetto, “Voglio vincere lo scudetto, lo capite!”. Lo guardavi in volto e trovavi uno sguardo allucinato: già, lo scudetto se ne stava andando nel modo più crudele”. Questo è uno stralcio del resoconto pubblicato sulla Gazzetta dello Sport del 5 maggio 2002 e firmato da Cecere e Nicita. Materazzi si lamentava con i laziali e diceva loro di voler vincere il titolo di Campione d’Italia. Il quasi mai pacato Marco però sbagliava nell’individuare come responsabili della debacle nerazzurra i biancocelesti. Il difensore si sarebbe dovuto rivolgere al compagno di squadra Vratislav Gresko. Dopo la cessione di Roberto Carlos l’Inter, si sa, non ha avuto un laterale sinistro all’altezza, così, quando Tardelli venne chiamato dal patron Moratti per sostituire Lippi, decise che il ragazzotto slovacco, che il tecnico aveva incontrato con la sua Under 21, dovesse essere arruolato per la causa nerazzurra, e così avvenne per la modica cifra di 9 miliardi di lire. Gresko era cresciuto nel Dukla Banska Bratislava, maturato nell’Inter Bratislava e approdato al calcio che conta con il Bayer Leverkusen. In Germania però non trovava lo spazio che credeva, a torto, di meritare e quindi emigrò verso lo Stivale, dove nel primo campionato disputato racimolò 18 presenze e nessuna rete. La disastrosa stagione tardelliana fu seguita dalla “revoluccion” di Hector Cuper che rifondò la squadra e confermò Vratislav, mandandolo in campo 23 volte (nessuna rete). E’ il 5 maggio 2002, Lazio-Inter, ultima di campionato: se i nerazzurri vincono, si riappropriano di uno scudetto che manca orami da 13 anni. I tifosi laziali fischiano i loro idoli e incitano i nerazzurri. Nonostante ciò la Lazio vince 4-2 trascinata da Poborsky e lo scudetto va alla Juventus. Gli errori difensivi di Gresko sono stati fatali in almeno due delle quattro reti laziali e quindi causa scatenante della perdita dell’eventuale tricolore. I supporter interisti decidono di bandirlo dalla città e iniziano a dargli la caccia costringendolo ad un pronto ritorno in Slovacchia. Moratti non fa nessuna fatica a privarsi dello slovacco per mandarlo a Parma, dove calpesterà il prato del Tardini solo cinque volte alla ricerca di qualcosa di apprezzabile, senza trovarlo mai. A gennaio 2003 il Blackburn acquista interamente il suo cartellino facendo così tirare un sospiro di sollievo ai tifosi italiani e soprattutto nerazzurri per i quali ancora oggi Gresko è l’incarnazione delle proprie infelicità calcistiche. Che fine ha fatto? Dopo quaranta match disputati, due reti realizzate e quattro stagioni con la maglia del Blackburn Gresko è ritornato in Germania. Ad inizio 2007 si è trasferito al Norimberga e nella gara d’esordio contro lo Stoccarda ha realizzato una rete. Poi è passato al Bayer Leverkusen.Aveva detto “So di essere l’atleta più famoso e più costoso di Slovacchia ed è una grande responsabilità per me, anche per ripagare il mio nuovo club dei soldi spesi per me”Avevano detto di luiMarco Tardelli (allenatore Inter 2000/01) “Gresko è un ottimo giocatore un sinistro naturale, dotato di un tiro temibile, soprattutto sui calci di punizione. E poi è giovane: un acquisto per il futuro, perché se è importante cercare di migliorarsi giorno per giorno, lo è altrettanto pensare al domani”

Asno

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